L'APOCRIFA ORCHESTRA (Riccardo Nucci, Paolo Batistini, Paolo "Cella" Cellini, Francesco Cerii, Alessandro "Zibo" Di Maio, Riccardo Butelli) propone una rivisitazione delle canzoni di Faber, spaziando in generi musicali diversi (il jazz, il rock, il progressive, il folk e il liscio) e lo fa con creatività, arrangiamenti coinvolgenti al servizio delle parole che il cantautore ha rinchiuso nella propria musica per regalargli vita nuova. L’intesa che si respira nei live tra i musicisti dell’Apocrifa danno all’esibizione un valore da godere dalla prima all’ultima nota che coinvolge lo spettatore in un percorso musicale ed emotivo unico nel suo genere.
Insieme al TRIO VOCALE LILITH (Lorenza Baudo, Andrea Santoni, Lavinia Topi), lo spettacolo si arricchisce di nuove sonorità e colori vocali, divenendo ancor più coinvolgente ed emozionante.
La Jazz Workshop Orchestra è nata nel 2010 all'interno dell'Istituto Palmiero Giannetti di Grosseto; composta da 14 elementi, dal 2014 organizza il Festival della musica Jazz orchestrale a Grosseto, accompagnando artisti come Luca Velletri, Romina Capitani, Michele Gori, Marco Guidolotti, Gianluca Guidi.
Cinema & Jazz, con Lorenza Baudo, è un progetto che accompagna lo spettatore in un viaggio visivo e sonoro attraverso alcune delle più celebri canzoni della storia del Cinema.
E’ un progetto di ricerca musicale, canto e danza che da vita a più tipologie di performance.
Nasce come espressione artistica divulgativa di una proposta più ampia chiamata “Archeologia
Sonora Sperimentale”, che promuove la cultura musicale del mondo antico partendo dalla
ricostruzione artigianale degli strumenti musicali come risultato della combinazione dello studio
dellʼiconografia antica, della bibliografia specializzata e la visione diretta di alcuni reperti.
Nasce così dalle varie esperienze incrociate di professionisti del settore archeologico, musicale e
della danza, il gruppo Rasenna Echoes, dedicato agli Etruschi.
"Vieni, oh fufluns, con noi a brindare" - musica, canti e danze dal mondo etrusco.
Francesco Landucci: musicista e ricostruttore degli strumenti musicali etruschi
Cinzia Murolo: etruscologa autrice e ideatrice dei testi
Francesca Angotti : ballerina e insegnante di danza
Lorenza Baudo: cantante e docente di canto
Si tratta di uno spettacolo di canti immaginari pensati in un contesto simposiaco etrusco, con branisu vari temi, dove il dio del vino e dell'irrazionalità ha un ruolo chiave. Pur non avendo infatti alcun documento scritto che possa permettere attualmente una
ricostruzione fedele della musica degli Etruschi, né testi che ci parlino dei contenuti dei loro canti,
tuttavia con questa performance si è cercato di ricreare l'atmosfera di un banchetto etrusco
basandosi sui rinvenimenti archeologici e sulle le numerose immagini arrivate fino a noi. I testi sono
cantati in italiano ed anche con la suggestione sonora della lingua etrusca, grazie alla magistrale
interpretazione canora, con una scelta di parole evocative che hanno un preciso rimando al
contenuto del canto. L'introduzione archeologica approfondisce i singoli temi spiegandone l'origine
contribuendo così alla divulgazione di alcuni aspetti del mondo etrusco alla luce dei recenti studi.
"Vieni, oh Fufluns, con noi a brindare!” è inoltre una performance in cui vengono utilizzati strumenti
musicali ricostruiti seguendo l’iconografia dell’epoca, grazie ad una ricerca ormai decennale nel
settore, coadiuvata dai maggiori esperti nel settore della musica antica. In più un preciso ed
accurato studio sui movimenti della danza, estrapolati dalle varie raffigurazioni giunte a noi, dà un
ulteriore arricchimento culturale inerente a questo straordinario popolo legato in maniera forte a
musica e danza. Lo spettatore viene a trovarsi così immerso in un'atmosfera di festa, dalla
preparazione del banchetto, all'inno a Fufluns, al canto d'amore, a quello politico.
L’essenza della Dea Turan
“Profumi e incensi tra musica, canti e danze degli Etruschi”
Spettacolo multisensoriale.
Francesco Landucci: musicista e ricostruttore degli strumenti musicali antichi
Cinzia Murolo: etruscologa autrice del testo e ideatrice del laboratorio olfattivo
Francesca Angotti : ballerina e insegnante di danza
Lorenza Baudo: cantante e docente di canto
Nel mondo antico musica e profumi erano intimamente legati. Gli Etruschi non fecero eccezione, anzi, le fonti ci dicono che fra tutti i popoli proprio loro eccellevano in questa pratica. Gli autori antichi ci tramandano come con la musica gli Etruschi scandisse praticamente tutte le attività quotidiane. Col suono della cetra, del lyra, degli auloi e altri strumenti si accompagnava
ogni gesto. Purtroppo però non ci è arrivato nessun documento scritto o notazione musicale che ci possa illuminare sui modi in cui i musicisti etruschi, per lo più professionisti, suonassero i loro strumenti.
Legata alla musica erano anche la recitazione e il canto e la danza. Purtroppo anche di questi
antichi testi dei Rasna, al pari degli spartiti, niente è giunto sino a noi, ma alcune testimonianze più
consistenti con quelle del Liber Linteus presuppongono un certo ritmo e musicalità.
Musica e canti e danze venivano impiegati nelle cerimonie rituali e sacrificali. In essi si utilizzavano
erbe aromatiche e incensi. Così, come la musica e il canto si propagava nell'etere raggiungendo
così gli Dei, allo stesso modo le essenze bruciate si spandevano nell'aria arrivando fino alle
divinità. Si pensava infatti che sia la musica che i profumi (dal latino perfumum "attraverso il fumo")
arrivassero fino agli Dei che li gradivano entrambi.
I nostri musei etruschi sono pieni dei contenitori di unguenti e olii profumati, che venivano
seppelliti assieme ai defunti: sono gli aryballoi, gli alabastra corinzi e etrusco-corinzi, unguentari
in pasta vitrea e contenitori in bucchero. Contenevano sostanze profumate non solo per la cosmesi
quotidiana, per la sposa, ma anche per la preparazione della salma e per gli ultimi riti prima della
tumulazione.
Per gli Etruschi quindi, i riti religiosi erano un momento di condivisione con gli Dei, attraverso
appunto la musica, la parola e gli odori.
Le SpumaStella - ovvero Carla Baldini, Lorenza Baudo e Laura Pica - propongono un tuffo a ritmo di swing nella prima parte del Novecento.
Sulle orme dei grandi trii vocali (Trio Lescano, Andrews Sisters, Boswell Sisters, Chordettes) le SpumaStella reinterpretano con gusto ed un pizzico di ironia alcune delle canzoni che hanno caratterizzato tre decadi di musica italiana ed americana, dagli anni '30 ai '50: da "Il pinguino innamorato" a "Maramao perché sei morto", da "Mr. Sandman" a "Java Jive".
Il trio si distingue per l'amalgama delle voci ed i curatissimi arrangiamenti, eseguiti con l'accompagnamento del funambolico Paolo Batistini alla chitarra.
Un progetto piacevole e fuori dagli schemi di "Musica vocale analcoolica, a base di zucchero ed erbe aromatiche": non appena la fusione delle tre voci in armonia viene carezzata dal tocco della chitarra, ci si ritrova in un fumoso salottino degli inizi del secolo scorso, coccolati dal suono di un grammofono, per un viaggio a ritroso nel tempo che non mancherà di stupire.